Salviamo i cuccioli degli ungulati.
Salviamo i cuccioli degli ungulati: non accarezziamoli
È di fondamentale importanza non toccare i cuccioli di cervo e capriolo, o ungulati in generale, che si possono incontrare acquattati nell’erba o tra le rocce durante le nostre escursioni primaverili.
I piccoli ungulati, infatti, nei primi giorni di vita non seguono la madre negli spostamenti, ma restano in sua attesa, nascosti fra la vegetazione: la loro peculiarità è di non avere odore e l’immobilità li preserva dalla predazione dei carnivori, come volpi e lupi.
Infatti, le femmine di queste specie non rimangono vicino ai cuccioli per non richiamare l’attenzione dei predatori, ma tornano a dargli la poppata prevalentemente durante la sera e la notte.
L’annoso problema si ripresenta puntualmente tutti gli anni perché gli escursionisti che s’imbattono in questi cuccioli, spinti dal “nobile spirito di aiutarli” – credendoli in apparente stato di difficoltà – li prelevano dall’ambiente naturale per consegnarli all’autorità sanitarie competenti o per allevarli come animali d’affezione.
Così facendo, però, si creano solo disagi e si compromette la vita stessa degli esemplari. Queste persone non sanno che appena la madre percepisce il nostro odore sul pelo del cucciolo non lo riconosce più e fatalmente lo abbandona, perciò dobbiamo desistere da ogni approccio: accarezzarlo significa condannarlo a morte!
Anche se a prima vista può sembrarci solo e in difficoltà, e l’istinto sarebbe quello di aiutarlo, occorre ricordarsi che il genitore è comunque nelle vicinanze. La madre è l’unica che sa come trattare i suoi piccoli, l’uomo non deve interferire. L’appello di tutti coloro che hanno un po’ di conoscenza della montagna e soprattutto l’amore autentico per gli animali è quello di non contribuire a fare degli orfani, lasciamo i cuccioli alle loro madri e ai loro ambienti naturali!
Tra l’altro, se i cervidi vengono allevati dall’uomo, è molto difficile restituirli successivamente al mondo selvatico, pertanto col nostro comportamento irresponsabile li condanniamo a una vita intera passata all’interno delle recinzioni e a un destino di cattività! Dobbiamo sempre tenere a mente che noi siamo ospiti di questo mondo esattamente come i nostri amici animali, non padroni.
Mozziconi ovunque…
Cicche di sigaretta, un rifiuto tossico dimenticato
Una volta abbondavano nei posaceneri di case e locali, oggi, come conseguenza delle norme di limite al fumo e della scarsa cultura sociale, sono al primo posto tra i rifiuti raccolti in strada, e stazionano indisturbate negli ambienti più vari: le cicche di sigaretta si sono guadagnate così il titolo di nuovi inquinanti.
I risultati di un’interessante analisi, proposta per la prima volta in Italia, e che ha per oggetto le cicche di sigaretta quale rifiuto tossico dimenticato, è stata presentata in occasione del Convegno organizzato dall’ENEA il 21 gennaio scorso.
Finora lo studio dei danni prodotti dal fumo ha riguardato esclusivamente i prodotti della frazione fumata e i danni per la salute dell’uomo. I dati non sono assolutamente confortanti: in Italia ogni anno sono 83.000 i decessi per danni da fumo e 3000 quelli per fumo passivo, contro i 5000 per incidenti d’auto.
E la causa sono gli oltre 4000 elementi tossici e nocivi residui della combustione della sigaretta,
Il filtro e la parte che rimane incombusta, in realtà raccolgono il 50% delle sostanze nocive e degli elementi tossici sprigionati dalla combustione di una sigaretta. Ma se il fumo, attivo e passivo, è considerato agente cancerogeno, perché la cicca no?
Ed inoltre, quale impatto ambientale può provocare una piccola cicca di sigaretta buttata a terra?
E’ una questione di numeri! Se il carico nocivo di una singola cicca è basso, occorre invece calcolare l’impatto dei 72 miliardi di cicche prodotte ogni anno in Italia dai 13 milioni di fumatori, che significano circa 195 milioni di cicche al giorno gettate nell’ambiente insieme al loro carico inquinante, e ad un quantitativo di cenere di circa 3600 tonnellate l’anno. Un disastro per il nostro ambiente!
Oltre l’inquinamento indoor, il decoro urbano, i pericoli del fumo alla guida; infatti l’impatto ambientale del contenuto nocivo delle cicche abbandonate in strada, in mare, sulle spiagge e nei luoghi naturali, è preoccupante così come la loro raccolta e smaltimento… anche se trasportate nella normale discarica i mozziconi continuano ad inquinare! La proposta di una nuova raccolta differenziata per le cicche è un invito alla responsabilità e alla salvaguardia dell’ambiente che una società civile moderna non può non considare!
Alberi di Natale
Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio
Palazzo Gallio – 22015 Gravedona ed Uniti (CO)
C.F. 93011440133
Servizio Vigilanza Ecologica
Albero di Natale
dono di vita
Al termine delle festivit
porta il tuo albero di Natale provvisto di radici
se non sai dove piantarlo
presso la sede della Comunità montana.
Le Guardie Ecologiche Volontarie ne prenderanno cura
e in primavera con l’aiuto dei ragazzi delle scuole le ripianteranno sul territorio.
Le Guardie Ecologiche Volontarie colgono l’occasione
per fare a tutti
i migliori auguri di Buon Natale e di un sereno Anno Nuovo
Le G.E.V
www.lariogev.it info@lariogev.it
Tutela e conservazione della piccola fauna
Salviamo i cuccioli
La Vigilanza
LA VIGILANZA
IL Servizio GEV ha il compito prioritario della Vigilanza sull’ambiente con lo scopo di individuare gli illeciti amministrativi e di sanzionarli, quando ne ricorrano gli estremi, nonchè di segnalarli alle autorità competenti per territorio affinché siano eliminate le cause dell’illecito e siano ripristinati gli ambienti.
Gran parte degli interventi e delle segnalazioni sono inerenti all’abbandono di rifiuti ma molti casi riguardano scarichi abusivi, atti di vandalismo di alberi ed in genere tutti i comportamenti che arrecano danni all’ambiente ed alla fauna e flora protetta.







